Canali Minisiti ECM

Artrite, arriva in Italia sarilumab anticorpo monoclonale umano

Farmaci Redazione DottNet | 18/07/2018 17:03

Il farmaco Sanofi anti-interleuchina-6 di nuova generazione è valido per il trattamento dell’artrite reumatoide attiva da moderata a grave

È disponibile anche in Italia, in classe H, sarilumab, anticorpo monoclonale umano anti-interleuchina-6 di nuova generazione, per il trattamento dell’artrite reumatoide attiva da moderata a grave. Sarilumab in combinazione con metotrexato è indicato per il trattamento di questa patologia in pazienti adulti che hanno risposto in modo inadeguato o sono risultati intolleranti a uno o più farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARDs). Può essere anche somministrato in monoterapia in caso di intolleranza al metotrexato o quando il trattamento con questo farmaco non è appropriato.

"Sarilumab rappresenta una significativa arma in più nell’approccio terapeutico all’artrite reumatoide, una patologia dal forte impatto sociale che colpisce le persone, prevalentemente donne, in età attiva," commenta Roberto Caporali, Professore associato di Reumatologia presso l’Università di Pavia e Responsabile della Early Arthritis Clinic presso la Fondazione IRCCS Policlinico S. Matteo di Pavia. "Il suo meccanismo di azione, l’efficacia clinica su segni, sintomi e qualità di vita del paziente, dimostrati attraverso un ampio programma di studi clinici in cui sono stati coinvolti più di 3.000 pazienti, la sua somministrazione sottocute ogni 2 settimane e il device ergonomico rispondono alle esigenze reali delle persone affette da artrite reumatoide, tanto da migliorarne potenzialmente l’aderenza alla terapia, uno degli aspetti fondamentali nell’ambito della terapia di una patologia cronica."

pubblicità

In Italia, si stima siano circa 250.000 le persone con artrite reumatoide,, mentre in Europa si arriva a  2,9 milioni.,, Malattia autoimmune, cronica e progressiva, l’artrite reumatoide è caratterizzata da infiammazione, dolore, rigidità articolare e danni a cartilagine e osso, che comportano una disabilità progressiva. A questa si possono associare affaticamento e depressione, con importanti conseguenze sul benessere psicosociale del paziente,, nonché complicanze sistemiche, come co-morbidità cardiovascolari, che ne possono mettere a rischio la stessa sopravvivenza.

L’artrite reumatoide ha una prevalenza maggiore tra le donne, che hanno una probabilità doppia di sviluppare questa patologia rispetto agli uomini. Inoltre, circa due terzi dei pazienti sono in una fascia di età compatibile con la piena attività lavorativa. I sintomi e le conseguenze dalla malattia hanno quindi un forte impatto negativo sia a livello personale sia sociale, andando a incidere pesantemente su qualità di vita e produttività.

Una soluzione vicina alle esigenze dei pazienti

Quattro le caratteristiche peculiari, che fanno di sarilumab una nuova opzione per il trattamento dell’artrite reumatoide attiva da moderata a grave più vicina alle esigenze dei pazienti: 

    • la posologia, con una somministrazione ogni due settimane;
    • la disponibilità di due diversi device: una siringa pre-riempita e un auto-iniettore con caratteristiche pensate proprio per le persone con artrite reumatoide, come la forma ergonomica che ne facilita l’impugnatura, l’assenza di bottone per l’attivazione, un cappuccio sia estraibile che svitabile, segnali visivi e uditivi che indicano l’inizio e la fine dell’iniezione;
    • la possibilità di tenere il farmaco, una volta estratto, fuori dal frigorifero fino a 14 giorni, a una temperatura inferiore ai 25°C;
    • la disponibilità in due diversi dosaggi (200 mg e 150 mg), per una migliore gestione delle anomalie di laboratorio compatibili con l’inibizione della interleuchina (proteina) IL6.

Queste caratteristiche consentono al medico di adattare il trattamento non solo alla situazione clinica del paziente, ma anche alla sua quotidianità, migliorandone potenzialmente l’aderenza alla terapia e la qualità di vita.

Il meccanismo d’azione

Sarilumab, sviluppato congiuntamente da Sanofi e Regeneron Pharmaceuticals, Inc. è un anticorpo monoclonale umano anti-IL-6R (anti-IL6 recettore), che si lega con elevata affinità sia alla forma di membrana sia alla forma solubile del recettore dell’interleuchina-6. Sarilumab blocca quindi la cascata di segnalazione pro-infiammatoria mediata da questa interleuchina, responsabile probabilmente fin dalle prime fasi dell’infiammazione articolare e sistemica tipica dell’artrite reumatoide. 

Il ruolo chiave della IL6

L’interleuchina IL6 ha un ruolo fondamentale nell’ambito della patogenesi dell’artrite reumatoide, in quanto promuove l’infiammazione sia a livello articolare sia a livello sistemico.

A livello articolare, contribuisce alla distruzione delle articolazioni, stimolando l’attività di cellule che riassorbono l’osso, la produzione di particolari enzimi che distruggono la cartilagine e la morte cellulare programmata delle cellule che compongono la cartilagine stessa. Può, inoltre, promuovere la neoformazione dei vasi che caratterizza l’infiammazione di una particolare membrana all’interno delle articolazioni, la sinovia, contribuendo quindi alla sinovite, alla base del processo di distruzione articolare tipico della malattia.

A livello sistemico, questa interleuchina stimola l’attività del sistema immunitario sia nella sua fase immediata innata che nella sua fase più specifica o adattativa. Inoltre, promuove la produzione di proteine di fase acuta e causa anemia e osteoporosi. Infine, anche grazie alla presenza del recettore solubile, sembra contribuire ad alcuni aspetti neurologici ed endocrinologici, come il dolore, l’affaticamento e le alterazioni del tono dell’umore tipiche di questa patologia. ,

In sintesi, l’IL6 è l’interleuchina pleiotropica più abbondante a livello sierico e articolare nei pazienti con artrite reumatoide, e riveste un ruolo chiave nelle manifestazioni articolari e sistemiche di questa patologia cronica. Queste caratteristiche la rendono un bersaglio importante per lo sviluppo di terapie mirate e specifiche per il trattamento di pazienti che convivono con questa malattia. 

L’ampio programma clinico SARIL-RA

Sarilumab è stato valutato nell’ampio programma di sviluppo clinico, SARIL-RA, svolto interamente in sottocute, caratterizzato da 9 studi di fase 2 e 3 con il coinvolgimento di oltre 3.300 pazienti adulti e comprensivo in fase registrativa di uno studio di superiorità testa-a-testa contro l’anti-TNF più comunemente utilizzato (in monoterapia).

Questi studi sono stati condotti in pazienti adulti con artrite reumatoide attiva da moderata a grave che:

    • non abbiano ottenuto una risposta adeguata alla terapia con metotrexato, tutt’ora considerato il farmaco àncora per il trattamento dell’artrite reumatoide (studio MOBILITY)
    • non abbiano ottenuto una risposta adeguata ai biologici della classe degli anti-TNFalfa (studio TARGET)
    • non tollerino il metotrexato o per i quali il trattamento con questo farmaco non sia appropriato, quindi in monoterapia (studio MONARCH).

In particolare, nello studio MOBILITY e nello studio TARGET, sarilumab ha dimostrato maggior efficacia e rapidità rispetto alle terapie con csDMARD (conventional synthetic DMARDS - farmaci convenzionali modificanti la malattia, come il metotrexato) nella riduzione dei segni e sintomi dell’artrite reumatoide, nel miglioramento della funzionalità fisica e della qualità di vita. Nello studio MOBILITY, inoltre, sarilumab ha dimostrato efficacia nel ridurre la progressione radiologica, fonte di disabilità, dei pazienti affetti da artrite reumatoide moderata severa con risposta insufficiente al metotrexato, mostrando il 91% di inibizione della progressione radiologica.

Lo studio TARGET ha confermato l’efficacia di entrambe le dosi di sarilumab nel migliorare i segni e sintomi dell’artrite reumatoide e la funzione fisica anche nei pazienti con risposta inadeguata ad un biologico (in particolare antiTNF).

Lo studio MONARCH, studio testa-a-testa in monoterapia verso il farmaco considerato il gold standard di terapia, ha dimostrato la superiorità di sarilumab nel ridurre i segni e sintomi della patologia e nel migliorare la funzionalità fisica rispetto ad un biologico anti-TNF, in pazienti con mancata tolleranza o risposta inadeguata a metotrexato.

Sarilumab ha, dunque, dimostrato efficacia in tutte le popolazioni studiate di pazienti con artrite reumatoide da moderata a severa che ad oggi possano beneficiare di una nuova soluzione terapeutica, vale a dire pazienti con risposta inadeguata a metotrexato, mancata tollerabilità a questo farmaco oppure risposta inadeguata a un farmaco biologico.

In tutti e tre gli studi sono stati anche valutati diversi questionari compilati dai pazienti (patient reported outcomes o PROs) mirati a comprendere l’impatto della patologia e della terapia sulla vita del paziente e sul suo stato di salute globale, non solo fisico ma anche psicologico. Dall’analisi dei questionari, è emerso come sarilumab ha dimostrato efficacia nel migliorare diversi aspetti, come ad esempio il dolore, l’affaticamento e la componente psicologica di malattia, in particolare la depressione, in tutte e tre le popolazioni di pazienti studiate. ,,

Infine, dato importante considerando la cronicità di questa patologia, al congresso EULAR 2018 sono stati presentati i risultati preliminari dello studio di estensione, EXTEND, che hanno confermato l’efficacia clinica e di inibizione della progressione radiologica sostenuta nel tempo (dati a 5 anni) ottenuta con sarilumab.

Commenti

I Correlati

Ascierto: "La combinazione di nivolumab, relatlimab e ipilimumab aumenta del 20% il tasso di sopravvivenza alla malattia rispetto alla somministrazione di due immunoterapici insieme"

Contrasta diabete e arteriosclerosi e prolunga la durata della vita

Gli esperti: "Cautela, ma enorme potenziale terapeutico"

Ogni fase porta con sé un insieme unico di esperienze e cambiamenti fisiologici. Tuttavia, una costante accomuna molte di queste fasi: la suscettibilità della donna allo stato infiammatorio e al dolore

Ti potrebbero interessare

Contrasta diabete e arteriosclerosi e prolunga la durata della vita

Gli esperti: "Cautela, ma enorme potenziale terapeutico"

Presentati da Johnson & Johnson in occasione della Digestive Disease Week di Washington i risultati dei tre studi registrativi sul trattamento di colite ulcerosa e malattia di Crohn

Gli studi clinici hanno mostrato risultati positivi nella risposta endoscopica, nel raggiungimento della remissione clinica e nella guarigione della mucosa intestinale1

Ultime News

Indagine Groupama, cresce l'importanza di altre figure

La prevenzione visiva, non solo come mezzo di risparmio economico, ma come beneficio per tutte le fasce d'età, sin dai primi giorni di vita, diventa un pilastro essenziale

La proposta di legge di iniziativa dell’On. Roberto Pella è stata approvata il 28 maggio in Commissione Affari Sociali della Camera, ed è stata calendarizzata per la votazione in Aula

Il fondo immobiliare che realizzerà le case "spoke" le affiderà ai medici interessati in affitto o in leasing